Il Pap-test potrebbe andare presto in pensione. È quanto emerge dai risultati di uno studio condotto su oltre 94 mila donne e nove centri in tutta Italia. Il test dell’HPV, che si basa su un’analisi del Dna, si è dimostrato superiore per precisione rispetto al Pap-test, riuscendo a prevenire praticamente la totalità dei tumori.
Lo studio è stato portato avanti dall’epidemiologo Guglielmo Ronco, che ha coordinato il lavoro e i risultati provenienti da centri di tutta Italia, ed è stato pubblicato sulla rivista Lancet Oncology. Naturalmente soddisfatto il dott. Ronco: “la nostra ricerca è la prima a mostrare una maggiore efficacia del test dell’HPV rispetto al Pap-test nel prevenire i tumori invasivi, in un paese sviluppato dove lo screening citologico si utilizza da anni e i tumori avanzati sono già estremamente rari tra le donne che aderiscono questi screening”. Lo studio si è svolto in due diverse fasi ed è iniziato nel marzo del 2004, coinvolgendo migliaia di donne fra i 25 e i 60 anni. I ricercatori spiegano così i dettagli della ricerca: “in ognuna delle due fasi le donne sono state assegnate casualmente ai due gruppi: nella prima, a un gruppo è stato effettuato il Pap-test mentre le altre sono state sottoposte sia al Pap-test sia all’analisi dell’HPV. Nella seconda fase, un gruppo è stato sottoposto solo al Pap-test, l’altro solo al test HPV”.
Alla fine, i risultati si sono rivelati indubitabili. Dopo la prima serie di esami, i due test hanno evidenziato un numero simile di tumori, ma “nel secondo round di esami, a distanza di tempo nessun cancro è stato riscontrato nel gruppo sottoposto all’HPV-test più pap-test, a fronte dei 9 rilevati nel gruppo pap-test. Il che dimostra che l’esame HPV è più efficace perché permette di trattare con maggiore anticipo le lesioni precancerose prima che le stesse si trasformino in tumori invasivi. I risultati confermano dunque che combinare il test HPV con il pap-test non aumenta l’efficacia dello screening”. Lo studio ha anche mostrato quale sia la fascia d’età per la quale è consigliato sostituire il Pap-test con il test dell’HPV, ovvero fra le donne più giovani.
Sulla base dei risultati ottenuti, sta per partire per i prossimi tre anni il primo progetto nazionale di utilizzo del Dna per i test di screening, sempre coordinato dal dott. Ronco: “nel frattempo in laboratorio si continua: lavoriamo alla ricerca di un marker biologico per distinguere se una lesione avrà più o meno possibilità di svilupparsi, e di un criterio per sapere, caso per caso, ogni quanto sottoporre le donne al nuovo test”.
Fonte ITALIAsalute.it