Dieta, il corpo si abitua e reagisce

Com’è difficile dimagrire. Lo sanno bene tante persone che provano innumerevoli volte a perdere peso senza riuscirci o raggiungendo risultati effimeri. Il problema è che l’organismo reagisce alle nuove abitudini alimentari compensando in fretta la perdita di energia dovuta alle rinunce alimentari e complicando la vita a chi cerca di rimettersi in forma. Tutto ciò emerge da un articolo scientifico a firma di Martijn Katan e David Ludwig, due scienziati olandesi che hanno pubblicato la loro teoria sul Journal of American Medical Association.

Il meccanismo appare semplice: una persona rinuncia a una determinata abitudine alimentare che provoca un’assunzione di calorie non necessaria, come nel caso di un gelato ad esempio, e comincia a perdere peso. Il corpo però reagisce in breve tempo e, a causa di cambiamenti ormonali, bloccherà la perdita di peso, adattandosi alle nuove abitudini. Per perdere di nuovo peso, senza il supporto di un’adeguata attività fisica, il soggetto in questione dovrà diminuire ancora le entrate caloriche. Se c’è un lato positivo, sta nel fatto che il meccanismo funziona anche in maniera inversa: se si aggiunge un dolce quotidiano al proprio regime alimentare, inizialmente si prenderà qualche chilo, ma in seguito quello stesso dolce servirà soltanto a mantenere il grasso accumulato fino a quel punto. Gli autori della ricerca sostengono quindi che sono proprio tali meccanismi a rendere così difficile l’impresa di perdere peso e tornare in forma: “qualunque cambiamento singolo nella dieta o nell’attività fisica, anche se permanente, provocherà meccanismi di compenso che limitano l’effetto a lungo termine sul peso corporeo“. La conclusione è che il controllo sul proprio peso può essere raggiunto solo grazie a un cambiamento permanente del proprio stile di vita che si basi certamente sull’alimentazione, ma anche sull’apporto di un dispendio energetico costante e quotidiano. Per chi ormai dispera di dimagrire, però, arriva la notizia di uno studio sulle arance rosse della Sicilia come alleate nella lotta ai chili di troppo. La ricerca dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano è stata coordinata da Marco Giorgio e pubblicata su Obesity, e si è concentrata sulle arance a polpa rossa, nello specifico la varietà Moro, ricca di antocianine, sostanze dalle qualità antiossidanti e dalla funzione inibitoria dell’accumulo di trigliceridi nei tessuti. L’arancia rossa è stata messa a confronto con quella chiara e con una soluzione sintetica di antocianine, mostrandosi alla fine la più efficace nel riuscire a inibire i processi che portano all’aumento del peso corporeo e al deposito di grasso in eccesso. Secondo i ricercatori, il motivo andrebbe ricercato nella composizione chimica del frutto, ricco, oltre che di antocianine, di vitamina C, flavonoidi e acidi idrossicinnamici. Oltre ad aiutare nelle diete, le antocianine svolgono un ruolo di protezione dell’organismo, agendo in particolare come una sorta di killer di radicali liberi, fattori fondamentali nel processo di invecchiamento e coinvolti anche nell’insorgenza di malattie gravi come i tumori.

Fonte ITALIAsalute


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