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Zona Franca: Glucomannano

GALENOsalute avvalendosi della collaborazione di Franca Aleo (titolare di Herbora – Marsala) presenta la rubrica settimanale Zona Franca: “l’informazione diventa benessere”, dove fitoterapia ed oligoelementi vengono proposti come base di cure alternative e complementari.
 

Questa settimana parliamo di “Glucomannano”.


Il glucomannano è un polisaccaride ad alto peso molecolare, formato dalla concatenazione di tante piccole unità di glucosio e mannosio (zucchero molto diffuso nei polimeri vegetali). Il glucomannano viene estratto dal tubero di Amorphophallus konjac, una pianta utilizzata nella cucina giapponese come agente gelatificante.

Il glucomannano purificato è considerato uno dei più efficaci prodotti per favorire il dimagrimento. Con la sua azione si è infatti dimostrato un supplemento ideale nell’ambito di diete globalmente finalizzate al controllo o alla riduzione del peso corporeo. Questa fibra ha infatti la capacità di attirare molta acqua, aumentando fino a 60-100 volte il proprio volume e dando origine ad una soffice massa gelatinosa. Tale caratteristica conferisce al glucomannano un duplice effetto: da un lato attenua il senso di fame e dall’altro riduce l’assorbimento di Grassi e zuccheri, che vengono intrappolati nella massa soffice e viscosa che forma a livello intestinale.

Rallentando l’assorbimento di quest’ultimi il glucomannano assume una certa rilevanza anche nell‘alimentazione del diabetico, in quanto impedisce un rapido innalzamento della glicemia. Anche chi soffre di turbe del metabolismo lipidico (colesterolo alto) può beneficiare degli integratori a base di glucomannano.

Accelerando la velocità di transito nel lume intestinale il glucomannano riduce il tempo di contatto tra le tossine e la parete intestinale, contribuendo a prevenire alcune forme tumorali come il cancro al colon.

Infine, grazie alla sua azione igienizzante e regolatrice, il glucomannano è indicato in caso di ridotto apporto dietetico di fibra ed aiuta a risolvere i problemi di stitichezza.

Assunzione | La dose d’assunzione normalmente consigliata varia da 1 a 4 grammi al giorno. Queste piccole quantità sono di per sé già sufficienti a favorire la diminuzione di peso e ad apportare tutti i benefici elencati precedentemente.

Gli integratori di glucomannano sono disponibili sotto forma di polvere o compresse a base di estratto secco. Il momento migliore per assumerli è mezz’ora prima dei pasti principali, in modo da favorire la massima riduzione dell’appetito. In ogni caso è estremamente importante assumere gli integratori di glucomannano con almeno un bicchiere d’acqua. Qualora il quantitativo di acqua non fosse sufficiente il glucomannano potrebbe addirittura accentuare la stitichezza.

Generalmente in commercio si trovano integratori contenenti un certo numero di capsule da 500 mg di glucomannano. La dose di assunzione consigliata è di 6 compresse al giorno di cui una può essere assunta prima di colazione, tre prima di pranzo e due prima di cena. Se invece il pasto serale è più abbondante di quello pomeridiano è meglio assumere la dose massima (3 cpr.) prima di cena.

Effetti indesiderati come meteorismo e sensazione di gonfiore allo stomaco sono abbastanza comuni ma scompaiono pochi giorni dopo aver sospeso la cura. Infine, è importante non fare troppo affidamento sugli integratori di glucomannano che, pur rappresentando un valido aiuto, devono essere sempre inseriti in un contesto che preveda un cambiamento di dieta e maggiore esercizio fisico. E’ infatti chiaro che la semplice aggiunta di glucomannano non potrà mai sostituire i benefici di una vita attiva e di una dieta naturalmente ricca di frutta, verdura e cereali integrali.

Fonte http://www.personaltrainer.it/

Farmaci nei menù di McDonald’s per la salute del cuore

 

I medici di mezzo mondo le hanno provate tutte per indurre i consumatori a evitare i fast food come la peste, ma sconfiggere realtà internazionali come McDonald’s sembra proprio impossibile. Lo ammetto, anche io ogni tanto ci casco: non riesco proprio a resistere davanti alle immagini di quei panini, sono troppo invitanti! E se anche i più salutisti tra noi non riescono a rinunciare al cibo spazzatura, è arrivato il momento di correre ai ripari! Da qui l’idea di un gruppo di ricercatori dell’Imperian College di Londra, che hanno proposto di aggiungere ai classici menù di McDonald’s una statina, ovvero un farmaco utilizzato per tenere a bada il colesterolo e ridurre il rischio di disturbi cardiovascolari.

Grazie ad un’analisi approfondita di sette ricerche effettuate in passato, gli scienziati dell’istituto britannico hanno constatato che assumendo una statina al giorno è possibile ridurre sensibilmente, se non addirittura annullare, il rischi per il cuore a cui vanno incontro i fanatici dei fast food. Una statina costa quanto una bustina di ketchup, perché allora non fornire anche i farmaci necessari a mantenere il cuore in salute? Lo stesso Darrel Francis, a capo della ricerca, ha commentato “è ironico che la gente sia libera di prendere quanti condimenti poco salutari desidera ma le statine, che fanno bene alla salute del cuore, debbano essere prescritte”.

L’idea delle statine non è poi così assurda, perché effettivamente permetterebbe di tenere sotto controllo i livelli di colesterolo cattivo LDL nel sangue e prevenire temibili malattie cardiovalari. Questo, però, non deve far pensare che con un solo farmaco si possano annullare tutti gli effetti deleteri di un pasto ipercalorico da MaDonald’s. Come spiega la dott.ssa JoAnn Manson dello Women’s Hospital di Boston, le statine sono efficaci contro il colesterolo, ma “non possono niente contro il rischio di obesità, diabete, ipertensione, tumore del colon-retto e altri disturbi cronici legati a questo tipo di dieta”. Per una prevenzione completa sarebbe opportuno rivisitare le proprie abitudini alimentari, rinunciando ai pasti dei fast food o comunque considerandoli uno strappo alla regola.

Col cacao addio a colesterolo e adipe

Diffuso allo stato selvatico nelle foreste dell’Amazzonia, il cacao (Theobroma cacao)  viene coltivato soprattutto nell’America centro-meridionale e nell’Africa tropicale per i suoi semi dai quali si ricava la polvere di cacao, usata per fare il cioccolato e altri prodotti di pasticceria. Toltechi e Incas conoscevano il cacao e ne facevano uso; tuttavia i primi a intraprendere la coltivazione con successo furono i Maya, che dalle piantagioni dello Yucatan svilupparono un fiorente commercio e, inoltre, usarono i semi come moneta negli scambi tra le tribù indigene. L’Europa lo scoprì nel 1502, quando Cristoforo Colombo ne portò in Spagna i primi semi.

Cacao: un rimedio naturale contro i grassi “cattivi” | Uno studio pubblicato dal British Journal of Nutrition indica il cioccolato fondente come fonte preziosa di polifenoli, più ricco di queste sostanze rispetto al vino e al tè verde o nero. In questo studio sono stati valutati gli effetti del consumo di 20 g di cioccolato fondente (contenente 500 o 1000 mg di polifenoli) per 2 settimane, sulla glicemia, sulla colesterolemia e sulla pressione arteriosa in 40 persone in sovrappeso o obese. Il consumo di cioccolato contenente 500 mg di polifenoli ha prodotto una riduzione significativa, sia della glicemia a digiuno che della pressione arteriosa. L’assunzione di 1000 mg di polifenoli al giorno non ha comportato effetti diversi sugli stessi parametri. Lo studio conferma, dunque, i benefici del consumo regolare di dosi moderate di cioccolato fondente sul metabolismo del glucosio (prevenendo diabete e sovrappeso) e nel controllo della pressione arteriosa.

Ricette per la salute a base di cacao

– Per ridurre sovrappeso, ipertensione, ipercolesterolemia: consumare 20 g al giorno di cioccolato fondente di ottima qualità, meglio se al 70%, per due settimane consecutive. Ripetere 4-6 volte all’anno. Naturalmente occorre adottare una dieta sana ed equilibrata, povera di sodio.

– Azione antietà: aggiungere 2 cucchiaini di cacao amaro solubile al latte (vaccino, di capra, di riso, di mandorle o di soia) del mattino, anche per lunghi periodi. Può essere aggiunto anche al caffè.

Tutto quello che devi sapere sul cacao
Kcal/100 g: 306
Grassi: 15,9 g
Proteine: 20,4 g
Glucidi: 15,6 g
Fibre: 28,9 g
Colesterolo: 0    
Vitamine: tiamina (vit. B1) 0,08 mg; riboflavina (vit. B2) 0,30 mg; niacina (vit. B3) 1,70 mg; acido folico (vit. B9) 38,00 mcg; vit. A 7 mcg; vit. C 0 mg.
Sali minerali: sodio 950 mg; potassio 1500 mg; ferro 14,3 mg; calcio 51 mg; fosforo 685 mg; zinco 6,9 mg.


Perché fa bene: è stimolante del metabolismo e possiede un certo effetto vasodilatatore e diuretico. Un po’ di cacao può essere aggiunto al latte dopo il terzo anno di vita. Il cacao, come del resto anche il cioccolato, non va consumato abitualmente.

Il cacao in cucina | Cotto e crudo: il cacao aromatizza un gran numero di alimenti, primi fra tutti i dolci, come torte, crostate, biscotti, gelati, mousse e caramelle; serve inoltre per insaporire il latte e vi si producono degli ottimi digestivi e liquori. in alcuni paesi, come Messico e Spagna, viene usato anche per la preparazione di piatti salati. è largamente adoperato per salse da servire con pollo, tacchino e coniglio, ma anche frutti di mare.

Polvere, semi e burro di cacao

– Il cacao in polvere si acquista in confezioni che possono contenere cacao amaro o dolce. Il criollo è la varietà più antica, dalla qualità eccelsa, molto aromatica e dal sapore delicato e poco amaro. Il forastero ha invece un sapore persistente, marcato, tendente leggermente all’acido. Il cru è il cacao più pregiato dal quale viene prodotto un cioccolato finissimo che, come per molti vini, viene addirittura numerato.

– Le fave di cacao tostate sono usate come spezza fame grazie al loro basso apporto calorico (100 kcal/100 g) e per la loro ricchezza di minerali e vitamine. Oggi le fave di cacao tostate sono impiegate anche in cucina, in abbinamento ad alcuni piatti sfiziosi.

– Dai semi del cacao si estrae un grasso noto come burro di cacao che ha molteplici usi: oltre a essere un ingrediente del cioccolato, è anche una materia prima impiegata nell’industria cosmetica.

Cacao e cosmesi | Maschera nutriente al cacao per viso e capelli

Ingredienti: 1 cucchiaio di cacao in polvere; 1 cucchiaio di yogurt intero e mezzo cucchiaio di miele. Preparazione e applicazione: miscelare bene gli ingredienti e applicare il composto sul viso, evitando il contorno occhi, e/o sui capelli; lasciare agire per 10 minuti. Eliminare con acqua tiepida. Ripetere 2-3 volte a settimana.

Tratto dal terzo volume del “Corso Pratico di Alimentazione Sana e Naturale”


I pistacchi contro il colesterolo

I pistacchi sono più che della semplice frutta secca. Se se ne mangia una bella manciata al giorno si può diminuire il colesterolo cattivo, si allontanano le malattie cardiache e si previene il cancro. Ne è convinto un gruppo di ricercatori della Pennsylvania State University dopo aver letto i risultati di uno studio riportato sulla rivista Journal of Nutrition. I pistacchi sono ricchi di antiossidanti e proteggono le cellule dai radicali liberi. In particolare, i ricercatori hanno trovato che nei pistacchi ci sono elevati livelli di ‘luteina‘, principale antiossidante alimentare, beta-carotene e gamma-tocoferolo. Il beta-carotene si trasforma in vitamina A, prevenendo il cancro, e il gamma-tocoferolo è una comune forma di vitamina E che allontana le malattie cardiache. La luteina invece si trova nelle verdure ed è importante per la vista e per la pelle. I ricercatori sono convinti che questi antiossidanti impediscano al colesterolo di intaccare le pareti dei vasi sanguigni causando infiammazioni. Quando infatti hanno testato gli effetti benefici dei pistacchi, gli scienziati hanno scoperto che i volontari che hanno partecipato alla ricerca avevano un livello di antiossidanti nel loro sangue molto elevato e concentrazioni di colesterolo basse.

Il colesterolo è controllato dalla grelina!

 

Un team di ricercatori dell’Università americana di Cincinnati, in Ohio, ha scoperto che i livelli di colesterolo sono controllati dall’ipotalamo da un ormone, la grelina, noto per stimolare l’appetito. Tale evidenza potrebbe consentire alla ricerca di sviluppare nuovi medicinali in grado di ridurre il colesterolo “cattivo”. La scoperta – pubblicata sulla rivista “Nature Neuroscienza” – si aggiunge a un crescente campo di prova inerente alla centralità del sistema nervoso centrale nella regolazione dei processi metabolici. Dalla ricerca è emerso che l’aumento dei livelli di grelina nei topi non solo ha fatto guadagnare loro peso, ma ha aumentato i livelli di colesterolo “cattivo” nel loro sangue. Attualmente la cura più diffusa per abbassare i livelli plasmatici del colesterolo è rappresentata dalle statine che, tuttavia, hanno una serie di effetti collaterali tra cui disfunzione epatica, cataratta, insufficienza renale, e debolezza muscolare.

Matthias Tschop, ricercatore presso l’Università di Cincinnati, ha spiegato che dai dati emersi dai test sui topi sembrerebbe sempre più concreta la possibilità di sviluppare farmaci per regolare il colesterolo privi di effetti indesiderati. Tschop ha poi aggiunto che per molto tempo si è pensato che il colesterolo fosse regolato esclusivamente mediante l’assorbimento della dieta o attraverso il processo di sintesi e secrezione elaborato dal fegato. Il nuovo studio dimostra invece per la prima volta che il colesterolo è invece “telecomandato” da neurocircuiti specifici del sistema nervoso centrale. L’ormone grelina inibisce una sostanza chimica presente nel cervello detta MC4R, che regola l’assunzione di calorie e il dispendio energetico. Quando il team ha bloccato l’MC4R nei topi ha notato un aumento del loro colesterolo.


Il Super Pomodoro contro il cancro!

Un’arma in più per la prevenzione del cancro. È il frutto, è proprio il caso di dirlo, di una ricerca tutta italiana dell’Istituto di Chimica Biomolecolare CNR di Napoli, che ha creato una sorta di superpomodoro completamente naturale e non transgenico dall’alto valore nutrizionale. Erano già note le proprietà antiossidanti del pomodoro, in grado di proteggere la membrana cellulare dall’aggressione dei radicali liberi; proprio da questa base sono partiti i ricercatori italiani che hanno sviluppato queste caratteristiche, aumentandole grazie a una serie di incroci di varietà diverse. Le sue caratteristiche sono state illustrate durante una conferenza stampa di presentazione della Settimana di Prevenzione del tumore alla prostata. Mauro Dimitri, presidente della World Foundation of Urology, ha spiegato: “questo pomodoro, nato dalla fusione dei corredi genetici di alcune varietà di pomodori neri e linee pure di San Marzano, risponde perfettamente alle caratteristiche nutrizionali di prevenzione. Possiede infatti un’attività antiossidante totale superiore ad altri ibridi di pomodoro normalmente in commercio e contiene una nuova famiglia di antiossidanti chiamata Antocianine, riconosciute per il loro ruolo di protezione in alcune sindromi metaboliche come quelle cardiovascolari, diabete, obesità ed elevati livelli di colesterolo e trigliceridi. Degli esperimenti condotti hanno inoltre dimostrato la perdita di solo il 20% dell’attività antiossidante totale a 300 gradi per 5 minuti”. Il prodotto della ricerca, il nuovo pomodoro alleato della prevenzione, è già pronto per essere lanciato sul mercato.

Fonte ItaliaSalute.it

Mirra: per la Befana, un nuovo alleato contro il colesterolo

Nota come uno dei “tre doni” dei Re Magi, ingrediente presente in molte creme e profumi, la mirra, assunto come integratore alimentare, potrebbe anche ridurre il livello di colesterolo nel sangue. È quanto emerge dallo studio pubblicato su International Journal of Food Safety, Nutrition and Public Health dai ricercatori della King Abd Al-Aziz University in Arabia Saudita.

La mirra è una resina color ruggine ottenuta dalle specie di alberi di Commiphora e Balsamodendron, originari del Medio Oriente e dell’Etiopia, utilizzata da diverso tempo come cura per il mal di gola, la congestione, le ferite da taglio e le bruciature, e, secondo gli studiosi arabi, utile anche a combattere il colesterolo.

La ricerca è stata condotta su un gruppo di roditori alimentati con un regime alimentare ipocalorico, che è stato integrato con estratti di mirra. Al termine dell’esperimento è emerso che il livello di colesterolocattivo” (LDL) dei topi era significativamente ridotto, mentre le dosi di quello “buono” (HDL) erano aumentate.

“La scoperta – spiega Nadia Saleh Al-Amoudi, ricercatrice della King Abd Al-Aziz University – pone le basi per lo sviluppo di nuovi trattamenti contro il colesterolo alto, un problema strettamente connesso con l’aumento di patologie legate al soprappeso e all’obesità“.

Fonte SALUTE24.it  

Lo yogurt combatte obesità e diabete

yogurtI fermenti lattici come preziosi alleati nel prevenire obesità e diabete. È la conclusione cui giunge una ricerca finlandese su una serie di bambini nutriti fin dai primi anni di vita con lo yogurt. I ricercatori, coordinati dal dott. Marko Kalliomaki, sono convinti della capacità dei fermenti lattici di ostacolare l’aumento del peso e l’insorgenza di complicazioni dovute a una cattiva alimentazione, come il diabete, appunto. I medici finlandesi hanno notato come, a distanza di alcuni anni, i bambini che avevano assunto regolarmente yogurt pesavano in media 4 chili in meno dei loro compagni e presentavano un intestino pressoché libero dai batteri cattivi, quali lo stafilococco. Nei soggetti obesi, infatti, la flora intestinale è più ricca di batteri produttori di tossine mentre, perdendo peso, la stessa flora batterica migliora. Qui entra in gioco lo yogurt e i suoi effetti positivi: il suo segreto consiste nella capacità di ridurre l’assorbimento di energia degli alimenti, fino al 2%.
Concorda con le conclusioni dello studio nordico anche la dott.ssa Rosalba Giacco, ricercatrice all’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del CNR di Avellino: “Credevamo che la flora intestinale avesse effetto solo a livello locale, proteggendo il colon da tumori e malattie infiammatorie croniche: non è così. I fermenti lattici, infatti, producono acido acetico, propionico e butirrico: i primi due vanno nel sangue e da qui nel fegato, dove regolano la produzione epatica di glucosio e grassi come colesterolo e trigliceridi; il butirrico invece resta nell’intestino a ‘nutrire’ le cellule dell’epitelio”.
I fermenti lattici possono essere assunti direttamente grazie a yogurt e prodotti simili, ma sarebbe bene favorirne lo sviluppo anche attraverso un’alimentazione complessivamente più sana e ricca di fibre, con una maggiore attenzione quindi per frutta, verdura e prodotti integrali quali pasta e pane. Prosegue la dott.ssa Giacco: “Le fibre favoriscono la crescita dei batteri buoni al posto dei cattivi, che invece proliferano se si mangia molta carne o altri prodotti di origine animale. Purtroppo anche in Italia abbiamo un po’ perso le sane abitudini della dieta mediterranea e consumiamo meno fibre rispetto al passato: ora siamo più o meno allineati ai consumi europei, che variano fra i 3 e gli 11 grammi di fibre al giorno. Poche: è bene aumentare l’introito di frutta, verdura, cereali, pasta e pane integrali, oltre che di prodotti come lo yogurt che contengono fermenti lattici. Serve a prevenire l’obesità e quindi il diabete, ma anche tumori, malattie cardiovascolari e molte malattie croniche intestinali”.
Da oggi, perciò, pare esserci un motivo in più per mangiare yogurt e pensare a un cambiamento delle nostre abitudini alimentari.

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