Posts Tagged 'gravidanza'

Un gel al posto della pillola contraccettiva

 

La pillola contraccettiva del futuro potrebbe essere un gel che si spalma sulla pelle e che non ha effetti collaterali. Lo afferma uno studio presentato al meeting della American Society for Reproductive Medicine, secondo cui i primi risultati dei test sul farmaco sono stati molto positivi. La crema realizzata dall’azienda Antares Pharma puo’ essere spalmata ogni giorno sulle braccia, sull’addome o sui fianchi, viene assorbita dalla pelle e rilascia nell’organismo il Nestorone, il suo principio attivo. 

Il primo test ha riguardato 18 donne tra i 20 e i 30 anni, che dopo sette mesi di sperimentazione con 30 milligrammi di gel al giorno non hanno avuto nè gravidanze nè gli effetti collaterali comuni legati alla pillola. “Ovviamente i soggetti sono pochi, ma i risultati sono ottimi – ha spiegato Ruth Merkatz dell’organizzazione no profit Population Councilche ha condotto il test – ora proveremo il gel su un numero maggiore di persone”. 

Chili di troppo in gravidanza? Figli più “cicciotti” e a rischio obesità

Le mamme sovrappeso nel periodo della gravidanza hanno maggiori probabilità di mettere al mondo figli con un peso alla nascita superiore ai 4 chilogrammi. A dimostrarlo è un ampio studio apparso sulla rivista The Lancet.

“Poiché un elevato peso alla nascita è associato a un elevato indice di massa corporea (BMI) da adulti, questi risultati suggeriscono che un peso eccessivo durante la gravidanza può incrementare il rischio a lungo termine di disturbi legati all’obesità nei nuovi nati”, spiegano gli autori dello studio David Ludwig del Children’s Hospital in Boston e Janet Currie della Columbia University di New York.

Nel loro studio, i ricercatori hanno messo in relazione il peso di oltre mezzo milione di nascituri con quello delle madri alla seconda o terza gravidanza, in modo da escludere eventuali influenze genetiche sul peso corporeo dei bambini. Dai risultati è emerso che le donne in stato interessante che accumulavano oltre 24 chili di peso avevano una probabilità doppia di partorire figli con peso superiore ai 4 chilogrammi rispetto alle donne che accumulavano dagli 8 ai 10 chili nel periodo della gestazione.

“Un elevato peso alla nascita può incrementare il rischio di altri disturbi (oltre all’obesità) in età adulta come l’asma, la dermatite atopica e il cancro”, sostengono i ricercatori, secondo i quali ad ogni chilo di troppo accumulato dalla madre nel periodo della gravidanza corrisponde un aumento del peso del figlio alla nascita pari a 7,35 grammi. “Ora più che mai le donne in stato interessante devono cercare di adottare un’alimentazione sana e di fare esercizio fisico sin dagli inizi della gravidanza”, ha commentato Jennifer Wu, del Lenox Hill Hospital di New York. Un invito che può significare una salute migliore per il figlio.

 | autore Stefano Massarelli

Articolo originale | Ludwig DS and Currie J. The association between pregnancy weight gain and birthweight: a within-family comparison. The Lancet; 5 agosto 2010. doi:10.1016/S0140-6736(10)60751-9
 

Troppo peso in gravidanza? A rischio obesità bebè

Mettere su troppo peso in gravidanza può minacciare la salute a lungo termine del bambino, che ha una maggiore probabilità di diventare obeso. Lo hanno scoperto i ricercatori della Columbia University con uno studio, pubblicato da Lancet, su 500 mila mamme con due bambini. Secondo lo studio per ogni chilo guadagnato dalla mamma durante la gestazione il piccolo cresce di 7 grammi, e secondo gli autori maggiore è il peso alla nascita maggiori sono le probabilità che il bambino diventi obeso con il passare del tempo. Le donne che hanno avuto un aumento di peso maggiore di 24 chili hanno mostrato una probabilità doppia che il bambino fosse di più di 4 chili. “Visto che un alto peso alla nascita predice un alto indice di massa corporea con il passare del tempo, le donne dovrebbero evitare di prendere troppo peso – scrivono gli autori – inoltre un alto peso alla nascita è legato ad alte patologie, come allergie e asma“.

Amniocentesi … addio?

Più semplice, meno invasivo e più economico. Non teme davvero confronti la nuova tecnica messa a punto da alcuni ricercatori olandesi per scongiurare, nel corso della gravidanza, l’ipotesi di anomalie genetiche a carico del feto. L’esame, che per ora prende il nome dell’acronimo inglese Mpla – in italiano “Amplificazione legatura-dipendente multipla della sonda” –, consentirebbe di accantonare l’amniocentesi e il prelievo dei villi coriali, gli esami che vengono solitamente prescritti nella prima fase della gravidanza.
In base ad un semplice esame del sangue, la tecnica sarebbe in grado di escludere complicazioni e anomalie cromosomiche del feto, sostituendo così la funzione dell’amniocentesi, che dal canto suo comporta l’invasività dell’ago nella pancia della donna, che in un seppur limitato numero di casi determina rischi all’incolumità del feto. Gli scienziati olandesi hanno esaminato il Dna dei feti attraverso campioni di sangue delle donne incinte, utilizzando una serie di sonde genetiche e molecolari. Grazie a questa tecnica, i ricercatori sono arrivati a identificare un’anomalia legata al cromosoma X che potrebbe causare malattie come la distrofia muscolare di Duchenne o l’emofilia. In futuro, i medici olandesi contano di riuscire a individuare altre degenerazioni genetiche come la Trisomia 21, responsabile della sindrome di Down, e la Trisomia 13 e 18, che determinano la sindrome di Patau e quella di Edwards.
Una parte della comunità scientifica appare tuttavia scettica sull’utilizzo della nuova tecnica, che tanto nuova in realtà non è. La stessa procedura viene spesso utilizzata in medicina forense per tentare di identificare i criminali. In sostanza, l’Mpla produce un’opera di amplificazione del Dna, che in tal modo si presta meglio alle analisi, ma il vantaggio, secondo alcuni, si tramuta in un ostacolo perché non consente di farsi un’idea completa e generale dello stato di salute del feto.
I ricercatori olandesi sono però convinti dei risultati ottenuti e annunciano di voler andare avanti su questa strada per offrire un’alternativa valida all’amniocentesi: “Al momento, l’affidabilità del test è circa dell’80% a causa di risultati falsi negativi, ma stiamo lavorando per migliorare la precisione della sonda ‘MLPA’, Anche se abbiamo ancora bisogno di testare e perfezionare ulteriormente la tecnica ‘MLPA’, i risultati finora ottenuti sono promettenti. È conveniente rispetto ai costi sostenuti per le diagnosi prenatali invasive, e potrebbe essere facilmente implementato a basso costo, tra i 30 e i 150 euro per kit a persona, con un piccolo apparecchio in tutti gli ospedali del mondo”, commenta Suzanna Frints, genetista clinica del Centro Medico dell’Università di Maastricht.
Gli scienziati dei Paesi Bassi sperano di poter rendere disponibile il test nel giro di qualche anno, come hanno annunciato durante la 26ª assemblea annuale della Società europea di riproduzione umana ed embriologia (Eshre) che si è tenuta a Roma [dal 27 al 30 giugno 2010], a margine della quale hanno presentato i risultati della loro sperimentazione.

Gravidanza e carenze di ferro

L’anemia è un problema frequente durante la gravidanza. Quest’anomalia comporta un cattivo trasporto di ossigeno attraverso il sangue. L’ossigeno viene fornito ad ogni cellula del vostro corpo grazie a un componente sanguigno chiamato emoglobina. Dalla 28esima settimana di gravidanza il flusso sanguigno è quasi raddoppiato. L’emoglobina sviluppa in seguito altri componenti sanguigni essenziali al funzionamento delle cellule. Gli alimenti ricchi di ferro sono benvenuti durante la gravidanza per lo sviluppo dell’emoglobina e del trasporto di ossigeno. Per essere certi del buon svolgimento della gravidanza e di un buon recupero post-parto, gli esperti raccomandano di controllare il tasso di emoglobina nel sangue.

L’anemia esporrebbe la madre a rischi di emorragia e alla necessità di una trasfusione sanguigna. Se quest’ipotesi è infelice, fortunatamente, l’anemia è facile da prevenire grazie a un’alimentazione sana e, previa consultazione del vostro medico, con il ricorso a integratori alimentari. Cause certe di anemia sono un contributo insufficiente in ferro, in acido folico e in vitamina B12, abbinate al consumo di caffè. E’ infatti importante evitare la caffeina durante la gravidanza perché comporta anche una riduzione del calcio.

Il ferro e il calcio sono essenziali per la crescita di un bambino in buona salute e sono vitali per la salute della madre. La caffeina non è presente solo nel caffè, evitate dunque di consumare la soda e il tè, nero o verde che sia. Per prevenire l’anemia, si consiglia un’alimentazione ricca di ferro. Questo è particolarmente importante se la futura mamma è vegetariana. Anche se ci sono integratori a base di ferro è molto facile seguire una dieta alimentare ricca di ferro, per quanto il corpo incontri meno difficoltà ad assimilarla. Infatti, la maggior parte degli integratori sono prodotti sintetici che causano la costipazione e a volte le emorroidi. Se la madre ha già avuto una gravidanza nell’arco di 2 anni, è ancora più importante consumare cibi ricchi di ferro. L’alimentazione della madre svolge un ruolo basilare in termini di prevenzione dei rischi di possibili complicazioni durante la gravidanza.

Ecco un elenco di alimenti ricchi di ferro: le vongole, le ostriche, il tofu, le frattaglie, soprattutto il fegato di pollo, i cereali integrali, il riso nero, i fagioli, gli spinaci, i fichi, i semi, le noci (mandorle in particolare), le uova, i frutti di rosa canina, e le alghe come il kombu.

Alcune piante che contengono ferro e sono senza pericolo durante la gravidanza sono la bardana, la radice e le foglie del dente di leone e l’ortica. Potete consumarle sotto forma di tintura o di infuso da bere nel corso della giornata.

Il monitoraggio della gravidanza comprende un prelievo di sangue all’inizio, e poi nuovamente alla 28esima settimana per essere certi che il tasso di emoglobina sia di almeno 11 o 12. Se vi sentite deboli e provate dei sintomi come depressione, stanchezza, debolezza, dispnea, svenimenti, vertigini, nausea, un’infiammazione o delle escoriazioni alla lingua e dei mal di testa, il vostro medico valuterà l’integrazione di ferro con degli integratori alimentari.

Prevenire le carenze di ferro durante la gravidanza

L’anemia è un problema frequente durante la gravidanza. Quest’anomalia comporta un cattivo trasporto di ossigeno attraverso il sangue. L’ossigeno viene fornito ad ogni cellula del vostro corpo grazie a un componente sanguigno chiamato emoglobina. Dalla 28esima settimana di gravidanza il flusso sanguigno è quasi raddoppiato. L’emoglobina sviluppa in seguito altri componenti sanguigni essenziali al funzionamento delle cellule. Gli alimenti ricchi di ferro sono benvenuti durante la gravidanza per lo sviluppo dell’emoglobina e del trasporto di ossigeno. Per essere certi del buon svolgimento della gravidanza e di un buon recupero post-parto, gli esperti raccomandano di controllare il tasso di emoglobina nel sangue. L’anemia esporrebbe la madre a rischi di emorragia e alla necessità di una trasfusione sanguigna. Se quest’ipotesi è infelice, fortunatamente, l’anemia è facile da prevenire grazie a un’alimentazione sana e, previa consultazione del vostro medico, con il ricorso a integratori alimentari.

Cause certe di anemia sono un contributo insufficiente in ferro, in acido folico e in vitamina B12, abbinate al consumo di caffè. E’ infatti importante evitare la caffeina durante la gravidanza perché comporta anche una riduzione del calcio. Il ferro e il calcio sono essenziali per la crescita di un bambino in buona salute e sono vitali per la salute della madre. La caffeina non è presente solo nel caffè, evitate dunque di consumare la soda e il tè, nero o verde che sia. Per prevenire l’anemia, si consiglia un’alimentazione ricca di ferro. Questo è particolarmente importante se la futura mamma è vegetariana. Anche se ci sono integratori a base di ferro è molto facile seguire una dieta alimentare ricca di ferro, per quanto il corpo incontri meno difficoltà ad assimilarla. Infatti, la maggior parte degli integratori sono prodotti sintetici che causano la costipazione e a volte le emorroidi. Se la madre ha già avuto una gravidanza nell’arco di 2 anni, è ancora più importante consumare cibi ricchi di ferro. L’alimentazione della madre svolge un ruolo basilare in termini di prevenzione dei rischi di possibili complicazioni durante la gravidanza.

Ecco un elenco di alimenti ricchi di ferro: le vongole, le ostriche, il tofu, le frattaglie, soprattutto il fegato di pollo, i cereali integrali, il riso nero, i fagioli, gli spinaci, i fichi, i semi, le noci (mandorle in particolare), le uova, i frutti di rosa canina, e le alghe come il kombu. Alcune piante che contengono ferro e sono senza pericolo durante la gravidanza sono la bardana, la radice e le foglie del dente di leone e l’ortica. Potete consumarle sotto forma di tintura o di infuso da bere nel corso della giornata.

Il monitoraggio della gravidanza comprende un prelievo di sangue all’inizio, e poi nuovamente alla 28esima settimana per essere certi che il tasso di emoglobina sia di almeno 11 o 12. Se vi sentite deboli e provate dei sintomi come depressione, stanchezza, debolezza, dispnea, svenimenti, vertigini, nausea, un’infiammazione o delle escoriazioni alla lingua e dei mal di testa, il vostro medico valuterà l’integrazione di ferro con degli integratori alimentari.

Incinta e depressa? L’agopuntura funziona!

Per evitare la depressione durante la gravidanza senza ricorrere a farmaci l’agopuntura batte i massaggi. Lo ha dimostrato uno studio dell’Università di Stanford, pubblicato dalla rivista Obstetrics and Gynecology, su 150 donne incinte depresse. I ricercatori hanno diviso le pazienti, tutte tra la settimana 12 e la 30, in tre gruppi: a 52 sono state fatte seguire sedute di agopuntura specifica per la depressione, a 49 di agopuntura normale e alle restanti di massaggi svedesi. Per tutte, le sedute sono state 12, di 25 minuti ciascuna. Al termine dello studio, i sintomi di depressione erano ridotti di almeno il 50% per cento in due terzi delle donne che avevano ricevuto l’agopuntura specifica, mentre solo in meta’ degli altri due gruppi. Nessuna differenza e’ stata invece trovata nella remissione totale dei sintomi, che e’ avvenuta in circa un terzo delle donne di ogni gruppo.

Fonte AGIsalute

ULTRA-TEST | Screening del primo trimestre di gravidanza

GALENOsalute in collaborazione con la Bi-Tech di Milano, unico laboratorio italiano riconosciuto dalla Fetal Medicine Foundation, ente inglese che rappresenta il riferimento a livello internazionale per la certificazione di qualità, sia dei laboratori che degli operatori ecografisti, nell’ambito dello screening della Sindrome di Down nel corso del primo trimestre di gravidanza, offre dal mese di febbraio a Marsala l’ULTRA-TEST l’esame prenatale non invasivo effettuabile durante il primo trimestre di gravidanza, in grado di evidenziare condizioni di rischio cromosomico del feto prima di procedere all’amniocentesi o alla villocentesi.

Ultra-Test è un’indagine semplice e affidabile composta da un esame ecografico e da un prelievo di sangue che, combinati, determinano il rischio specifico per la Sindrome di Down e la Trisomia 18.

Ultra-Test si basa su un esame ecografico effettuato tra l’11a e la 13a settimana di gravidanza. Durante il controllo ecografico viene verificata la vitalità dell’embrione e l’assenza di gravi malformazioni. Viene quindi valutata l’epoca gestazionale e misurata la traslucenza nucale, una zona evidenziabile ecograficamente compresa tra la cute e la colonna cervicale del feto. Maggiore è la misura di questo spazio, maggiore è il rischio di cromosomopatie. Nel campione di sangue, invece, si misura la quantità di due sostanze denominate Free-Beta HCG e PAPPA (plasma proteina A associata alla gravidanza), che sono presenti in tutte le gravidanze. Nella maggioranza dei casi anomali queste sostanze sono presenti in quantità alterata. Il risultato del test biochimico viene combinato, attraverso un particolare software, con quello dell’esame ecografico per formulare il rischio specifico per la Sindrome di Down e la Trisomia 18.  

La Sindrome di Down è un disordine genetico che causa il ritardo mentale e difetti che interessano generalmente il cuore e l’apparato digerente. La malattia interessa circa 1 neonato su 800, anche se il progredire dell’età materna aumenta sensibilmente le probabilità di avere un bambino ammalato. Se la madre ha 30 anni, infatti, la probabilità è di 1/500, mentre diviene 1/55 a 40 anni. Nei casi in cui il rischio è elevato viene consigliata la diagnosi tramite il prelievo dei villi coriali o l’amniocentesi.  

La Trisomia 18 è un disordine genetico che causa un severo ritardo mentale e altri difetti congeniti. La maggior parte dei bambini affetti da Trisomia 18 non supera l’anno di vita; fortunatamente la malattia è molto rara e interessa 1 bambino su ogni 5.000 nati.  

Cosa significa un’ULTRA-TEST positivo?

Non significa che il vostro bambino è malato, ma solamente che voi rientrate in una fascia di rischio uguale o superiore a quella di una donna che inizia una gravidanza dopo i 35 anni e che quindi può essere prudente sottoporsi a un’amniocentesi o a un prelievo dei villi per essere sicuri della normalità del bambino.  

I vantaggi di ULTRA-TEST.

Il test si effettua in un’epoca gestazionale precoce, con possibilità di un’eventuale successiva diagnosi prenatale con villocentesi o amniocentesi. Il prelievo di sangue viene eseguito in maniera indolore con un ago da insulina. Per il dosaggio biochimico è necessario un cc di sangue ripartito in due provette poste in un apposito contenitore. L’esame è in grado di individuare 9 casi di Sindrome di Down su 10 e la quasi totalità dei casi di Trisomia 18. È inoltre in grado di identificare molti altri tipi di anomalie dei cromosomi, di difetti genetici e di anomalie congenite.


Come sempre GALENOsalute si prende cura di Te!

Chiamaci (0923714660) per informazioni!


da gennaio 2011 ci trovi su HarDoctor News, il Blog

da gennaio 2011!

Il Meteo a Marsala!

Il Meteo

Bookmark & Share

Condividi con ...

Farmaci a prezzi imbattibili!

Farmacia On Line