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La melatonina migliora la qualità della vita

Sul mercato integratori per contrastare i disturbi del sonno e dell’invecchiamento.

Cari Amici,

ci perviene questo articolo che Vi propongo integralmente e senza commenti, lasciando a Voi le critiche o gli apprezzamenti come è mio solito. Il testo di questo articolo è informativo-pubblicitario, è deve pertanto essere criticamente letto, non prendendo per “oro colato” tutto quello che illustra. Lascio quindi a Voi le informazioni e le indicazioni pubblicitarie, dichiarando di non avere conflitto di interesse.

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Naturalmente presente nell’organismo, la melatonina è una sostanza antiossidante che gioca un ruolo fisiologico nella regolazione dei bioritmi corporei, come il ciclo sonno-veglia.

Infatti la melatonina ha un effetto sedativo: viene usata dal cervello per informare l’organismo che è buio e che è quindi giunto il momento di dormire.

Il sonno rappresenta una fase necessaria per l’organismo e soffrire di disturbi quali l’insonnia può portare a squilibri ed ansie, diventando quindi fonte di stress e nervosismo.

Succede spesso che l’insonnia si acuisca durante la fase di invecchiamento: studi dimostrano una connessione tra questo tipo di disturbo e la diminuzione fisiologica con il passare degli anni della produzione di melatonina da parte dell’organismo.

Oggi nel mercato farmaceutico esistono prodotti che possono colmare questo tipo di carenza. Tra questi MELATONINA SIRC è la prima linea di integratori certificati in Italia e può costituire la giusta risposta a questo tipo di problemi.

L’idea innovativa di Sofar, la casa produttrice di Melatonina Sirc, è stata quella di veicolare la melatonina in diverse tipologie di prodotto, adatte a svariate necessità e alle preferenze individuali.

Oltre ad essere integrati con sostanze antiossidanti, anti invecchiamento e antidepressive, come il Triptofano e la Vitamina B6 (che regolano la produzione di Serotonina, che regola a sua volta l’umore), i prodotti Melatonina Sirc sono sul mercato sotto forma di tisane, gocce o compresse, adatte a varie esigenze e gusti.

Ad esempio, la tisana RELAX è riposante e utile a scaricare lo stress della giornata, idrosolubile e arricchita allo zinco, abbinata ad un gusto classico o ai frutti. Anche la posologia è differenziata, a seconda della gravità del disturbo abbiamo MELATONINA SIRC DIET, da 3 mg, da assumere una volta al giorno prima di andare a letto, o all’occorrenza. Mentre per i disturbi del sonno più fastidiosi e frequenti, MELATONINA SIRC FORTE, da 5 mg, pre-tagliata per una posologia personalizzata.

MELATONINA SIRC è un aiuto naturale anche per la menopausa, alleviando i disturbi e i malesseri propri di questa fase della vita femminile: per questo è stata messa a punto la linea LADY, in compresse da 5mg, arricchite con Isoflavoni di Soia e vitamina B6.

I disturbi del sonno non sono solo legati allo stress o all’invecchiamento. Basti pensare al jet-lag, la cosiddetta “sindrome da fuso orario”, che manifesta i suoi effetti con disturbi del sonno, mancanza di appetito, nervosismo e difficoltà digestive. L’efficacia della melatonina per la cura del jet-lag è ampiamente provata. Per chi è sempre in viaggio e ha necessità di avere degli effetti immediati è stata ideata MELATONINA SIRC ISTANT, in compresse da lasciare sciogliere sotto la lingua.

Melatonina sirc con la sua gamma completa (compresse, compresse orosolubili, tisane e gocce), è priva di effetti collaterali, garantita dalla vendita solo ed esclusiva in farmacia ed è la prima melatonina in forma di integratore alimentare.

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Per ulteriori informazioni visitare il sito http://www.melatoninasirc.it/

Dormire di più nel weekend “ricarica” il cervello

Il lunedì mattina è meno ‘nero’ se il fine settimana sono stati fatti gli ‘straordinari’ di sonno. Un gruppo di ricercatori della Division of Sleep and Chronobiology della Università di Pennsylvania ha scoperto che una dose extra di sonno dona al cervello piu’ energia per affrontare una nuova settimana lavorativa. Le performance di chi ha passato meno tempo a ‘poltrire’ durante il fine settimana sono piu’ basse rispetto a chi ha approfittato dei due giorni di libertà per riposarsi. Secondo lo studio pubblicato sulla rivista ‘Sleep‘, dieci ore di sonno potrebbero essere insufficienti a ricarburare, figuriamoci se si rimane svegli di notte per via di una festa durante il weekend. “Un’ora o due in piu’ di sonno al mattino – ha spiegato David Dinges, che ha coordinato lo studio – dopo un periodo di perdita parziale di sonno ha un reale vantaggio per recuperare le forze e l’energia”. Un recupero adeguato, ha continuato l’esperto, “è importante per far fronte agli effetti della riduzione cronica di sonno sul cervello”. Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno condotto un esperimento di privazione del sonno su 159 adulti sani con un’eta’ media di 30 anni. Dopo due notti con 10 ore di sonno, a 142 soggetti è stato poi permesso di dormire solo quattro ore, dalle 4 alle 8, per cinque notti consecutive. Altri 17 adulti hanno invece dormito 10 ore tutte le notti. A tutti i partecipanti all’esperimento e’ stato quindi chiesto di compilare un modulo computerizzato 30 minuti dopo essersi svegliati. Ebbene, dai risultati è emerso che i soggetti cui erano state limitate le ore di sonno avevano minori capacita’ d concentrazione, difficoltà d’attenzione e tempi di reazione molto ridotti. Inoltre, le normali funzioni sono state ripristinate solo dopo una lunga notte di sonno.

Nel sonno il segreto per dimagrire!!

Se pensate al letto come sinonimo di pigrizia e quindi ostacolo per il dimagrimento, sbagliate di grosso. È ormai una realtà scientifica il rapporto fra metabolismo e ciclo naturale del sonno e della veglia, più precisamente fra gli ormoni e le fasi cerebrali. Una quantità di ricerche hanno stabilito una relazione tra la quantità e la qualità del sonno da una parte, e l’indice di massa corporea dall’altra. Sulla rivista specializzata Obesity, la ricercatrice Deanna Arble, che lavora per il Centro del sonno e della biologia circadiana della Northwestern University in Illinois, ha pubblicato uno studio che mette in luce dati interessanti. Analizzando topi da laboratorio, la dott.ssa Arble ha scoperto che una dieta ricca di grassi aumenta il peso in percentuali diverse a seconda dell’ora in cui vengono somministrati gli alimenti. Se durante gli orari diurni il peso sale del 20 per cento, gli stessi alimenti proposti ai topi durante le ore notturne produce un aumento di peso pari quasi al 50 per cento. Altri studi hanno ricavato dati coerenti con lo studio della Arble, anche se relativi alla possibilità di sviluppare il diabete. Secondo una ricerca dell’Università di Chicago, le persone sane costrette a un ritmo di vita che prevede soltanto cinque ore di sonno al giorno perdono progressivamente la sensibilità al glucosio, il che le predispone appunto al diabete, oltre che all’obesità. Un’altra ricerca, stavolta canadese, ha individuato nel cattivo funzionamento della melatonina, l’ormone che regola il rapporto fra le fasi di sonno e di veglia, un aumento del 20 per cento del rischio di insorgenza della malattia. Secondo la dott.ssa Arble, quindi, le prove di una profonda influenza dei ritmi circadiani – ovvero il ciclo dei processi fisiologici di un essere vivente nell’arco di 24 ore – sul metabolismo umano sono indubitabili: “tutti i principali elementi chiamati in causa nella regolazione del peso e dell’appetito sono influenzati dall’alternanza di sonno e veglia e hanno un andamento fluttuante nell’arco della giornata: il metabolismo dell’insulina, la funzionalità della leptina (l’ormone della sazietà), la regolazione della temperatura e molto altro. E questo significa che l’obesità può essere vista anche come una patologia derivante dalla perdita di armonia in questo delicato equilibrio”. A questo punto, quali potrebbero essere le strategie per riequilibrare questo rapporto? Al momento, non esistono farmaci in grado di regolare meccanismi tanto complessi e i medici suggeriscono pertanto di mettere in atto terapie comportamentali mirate, in poche parole di riprendere le vecchie e sane abitudini di una volta. La rivoluzione del tempo quotidiano indotta dalle nuove esigenze economiche che si sono presentate negli ultimi cento anni ha costretto il nostro organismo a far fronte a situazioni inedite. La mancanza del giusto riposo e la diminuzione complessiva delle ore di sonno sono andate di pari passo con l’aumento dei fenomeni di ipertensione, diabete, obesità, problemi cardiaci. Costretti a ritmi esasperati, la qualità della nostra vita peggiora e il nostro organismo alla fine presenta il proprio conto. Se si vuole veramente dimagrire, quindi, occorrerà che ognuno di noi operi una piccola rivoluzione nei comportamenti.

Fonte ITALIAsalute.it

Insonnia e ipertensione: quando dormire poco fa male al cuore

Insonni cronici, e per giunta ipertesi. Dormire poco e male farebbe aumentare il rischio di ipertensione: a dimostrarlo è una ricerca americana pubblicata sulla rivista Sleep. Tra i soggetti che si sono sottoposti ai test – 1.741 tra uomini e donne di un’età media di 49 anni che hanno trascorso una notte presso il laboratorio del sonno e hanno risposto a un questionario sulla loro qualità del riposo – è stato riscontrato un costante legame tra insonnia cronica e alti valori di pressione arteriosa: studi precedenti avevano infatti dimostrato che una breve durata del sonno è associata all’ipersecrezione di cortisolo e all’aumento della frequenza del battito cardiaco, condizioni che possono condurre all’insorgenza di disturbi cardiovascolari. “Per anni siamo stati a conoscenza del fatto che gli insonni corrono alti rischi per quanto riguarda depressione e altri disordini psichiatrici – afferma Alexandros N. Vgontzas, coordinatore della ricerca – e adesso stiamo approfondendo i legami con altre complicazioni legate alle patologie cardiovascolari”. Si tratta di una correlazione non misurabile, per il momento, per cui sono previste ulteriori ricerche. Dormire almeno sei ore per notte, quindi, è il consiglio dei medici, per garantire all’organismo il giusto riposo e prevenire una serie di disturbi, tra i quali anche l’obesità e il diabete, correlati all’abitudine a trascorrere le notti in bianco.

fonte SALUTE24.it


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