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Consigli pratici per dimagrire senza rinunciare al piacere

Le piccole abitudini per dimagrire e restare in linea | Vino bianco come base del soffritto al posto dell’olio, ricotta anziché panna, piatti più piccoli e caraffe d’acqua al posto di alcolici e bevande gassate. Ma i consigli per chi non vuole ingrassare o ha bisogno di perdere peso sono infiniti. Scopriamone insieme alcuni dei più efficaci

I consigli pratici per dimagrire

* Masticare con calma il cibo, senza pensare ad altro, fa sentire più sazi. Il segnale di sazietà infatti giunge dallo stomaco al cervello dopo circa 20 minuti dall’inizio del pasto.

* Per vincere l’appetito improvviso e non rischiare di mettere in bocca qualsiasi cosa sia a portata di mano, tenere in frigorifero qualcosa di buono ma ipocalorico come: yogurt magro, qualche fettina di mela, misto di frutti di bosco, insalata di mare o gamberetti lessati, verdure grigliate o crude.

* I cibi integrali aiutano a ritrovare la linea. Non hanno proprietà dimagranti, ma essendo ricchi di fibra, saziano più in fretta e tengono sotto controllo la fame.

* Bere acqua durante la giornata (circa 1 litro e 1⁄2) facilita la diuresi. L’acqua inoltre se bevuta a tavola, contrariamente a quando si pensi, aiuta a saziarsi più in fretta e non rallenta affatto l’azione dei succhi gastrici durante la digestione.

* Gli “sgarri alimentari” non si recuperano con il digiuno. Saltando un pasto si arriva a quello successivo con un eccesso di fame: è meglio recuperare mangiando solo una minestra non ricca e pesce o tofu.

* Cucinare più porzioni in una volta sola e dividere poi il tutto in porzioni ridotte che verranno messe in singole vaschette nel freezer. In questo modo non ci sarà il rischio di eccessi dovuti al fatto di non voler avanzare una pietanza, che penalizzano la dieta.

* Un invito a cena? Fare prima uno spuntino. Mangiucchiare qualcosa prima di uscire permette di tamponare i morsi della fame e non rischiare a tavola di abbuffarsi di antipasti e crostini serviti prima della cena. Bastano uno yogurt magro e della verdura cruda.

* Cucinare gli alimenti possibilmente in pezzi grossi. Quanto più piccolo viene tagliato un alimento per essere cucinato con i grassi, tanto più aumenta la sua superficie di assorbimento e, di conseguenza, il numero di calorie.

* Il momento del pasto va vissuto come un rito. È importante concentrarsi sul cibo, per alzarsi soddisfatti e con la sensazione di aver mangiato a sufficienza.

* Per non farsi tentare dai cibi calorici quando si fa la spesa è consigliato non andare a stomaco vuoto. Inoltre un vecchio trucco è quello di fare il giro del supermercato al contrario, in modo che gli articoli più voluminosi, solitamente esposti verso l’uscita, siano messi subito nel carrello e diano un’idea di abbondanza. Bisogna poi abituarsi a guardare gli scaffali in basso e in alto in quanto in quelli centrali solitamente vengono esposti i cibi non adatti a chi è a dieta.

* Non saltare mai la prima colazione. Saltarla significa esporsi al classico calo di zuccheri (e del rendimento psicofisico) delle ore 11. Un bicchiere di latte, un cucchiaino di zucchero, due fette di pane integrale con miele e un frutto è la colazione ideale.

* Sapori e profumi giocano un ruolo importante nella sensazione di sazietà. Contrariamente a quello che si può pensare, con un piatto gustoso è più difficile eccedere, perché si è presto soddisfatti. Un cibo troppo semplice a volte induce a esagerare in quantità perché dà l’idea di essere meno calorico.

* Privilegiare cibi da mordere e sgranocchiare perché in genere sono quelli più gustosi e più appaganti, richiedono più tempo per essere consumati e quindi danno maggiore sazietà e inoltre aiutano a scaricare lo stress.

Zona Franca: Fucus

GALENOsalute avvalendosi della collaborazione di Franca Aleo (titolare di Herbora – Marsala) presenta la rubrica settimanale Zona Franca: “l’informazione diventa benessere”, dove fitoterapia ed oligoelementi vengono proposti come base di cure alternative e complementari.

Questa settimana parliamo di “Fucus”. 

E’ una famiglia di alghe diffusa nei mari freddi. E’ ricco in polioli: mannitolo, sorbitolo e polisaccaridi come fucoidano, laminarano, lectin like, algina. Contiene inoltre acido acrilico, carotenoidi, lipidi, steroli, alogeni (iodio, bromo), fenoli.

L’acido alginico e l’alginato di sodio formano gel viscosi, in grado di ridurre l’acidità e di proteggere la mucosa gastrica.

Ha azione antimicrobica e antifungina. In caso di disturbi gastrici, sono efficaci i preparati a base di alginati, assunti dopo i pasti. Si usa anche in caso di reflusso gastro-esofageo, ernia iatale, pirosi, costipazione, piccole emorragie).

I vari tipi di Fucus sembrano privi di tossicità.

Il Fucus viene solitamente impiegato sotto forma di polvere, alla dose di 0.5-2 g al giorno, in caso di deficit tiroideo, nel trattamento dell’obesità, come spezzafame e per la sua azione lassativa meccanica.

Per il contenuto di minerali si usa anche come antiastenico.

Si usa anche in odontologia (impronte dentali) e nell’industria agroalimentare (gelificanti E400-405).

I principi attivi presenti con maggior attività farmacologica nel Fucus sono gli Alginati e lo Iodio. Gli Alginati possiedono la proprietà di formare gel viscosi che proteggono la mucosa dello stomaco e ne riducono la secrezione acida; documentata è anche l’efficacia contro il reflusso gastro-esofageo. Gli Alginati, gonfiandosi nello stomaco, provocano un senso di sazietà ed una diminuzione dell’assorbimento dei grassi.

Lo iodio ha un effetto molto complesso sulla tiroide; in soggetti affetti da ipotiroidismo, in dosi fisiologiche, può stimolarne il funzionamento, mentre in dosaggi più elevati potrebbe causare l’effetto opposto.

L’aumentata funzionalità tiroidea può portare ad un aumento del metabolismo basale con un conseguente incremento della metabolizzazione dei grassi.

Lo iodio contenuto nel fucus, sia in forma inorganica che legato a proteine, viene assorbito con facilità dall’organismo e va a concentrarsi nella tiroide dove viene incorporato negli ormoni tiroidei tiroxina e triiodotironina. Questi stimolano a loro volta il metabolismo basale, accelerando il ricambio e pertanto esplicano un’azione dimagrante.

Anche l’Arsenico, contenuto in tracce, può determinare un rallentamento del normale flusso energetico attivando vie alternative di liberazione di energia.

Le mucillaggini (mucopolisaccaridi), possiedono attività immunomodulatrice inducendo la trasformazione dei linfociti.

I metaboliti dei composti solforati agiscono principalmente come mucolitici, esplicando inoltre un’azione diuretica sinergizzata dai composti polifenolici che unitamente alla stimolazione tiroidea dovuta allo iodio si manifestano con una attività anticellulitica.

Dieta estiva: tonificante e naturalmente snellente!

In estate la nostra dieta dovrebbe modificarsi alleggerendosi di grassi e arricchendosi di fibre. Scegliendo gli ingredienti della cucina estiva potremmo perdere in un mese fino a 4 kg di peso corporeo senza stress, perché potremo assumere tutti i  principi nutritivi fondamentali per contrastare l’ossidazione – e quindi l’invecchiamento – dell’organismo, favorire il rinnovamento cellulare e stimolare il metabolismo. Quali sono queste preziose fonti di dimagrimento e di benessere? Vitamine, minerali, enzimi e fibre, tutti abbondantemente presenti in verdure e frutta fresche, ma anche nei cereali, nel pesce, nelle carni ecc. Seguici e scopri con noi cosa fare per dimagrire e mantenerti tonico. 

Cosa togliere dalla nostra dieta?

Prima di tutto allontaniamo dalla nostra dieta quegli alimenti che ci appesantiscono e ci rendono più difficile tollerare il caldo e il sole. Sono i cibi precotti e/o inscatolati, quelli ricchi di zuccheri raffinati e di grassi saturi (soprattutto di origine animale), ma anche quelli troppo cotti, che non aiutano l’organismo ad adattarsi al caldo della stagione e perdono gran parte delle vitamine e gli enzimi che contengono. Alimenti di questo tipo appesantiscono, provocano gonfiori addominali, ritenzione e sovrappeso. Inoltre, dopo averli mangiati, la fame non vieme del tutto placata, perché l’organismo continua a reclamare quei principi nutritivi che non ha ricevuto. Il rischio? Introdurre nella nostra dieta calorie inutili! 

I cibi dell’estate ci aiutano a dimagrire?

Ecco ora il momento di imparare a scegliere gli alimenti giusti nella nostra dieta di ogni giorno.

Le verdure rigeneranti e drenanti

Dal fruttivendolo puoi trovare carote, cicorie, cipolle, cipollotti, fagiolini, indivie, lattughe, peperoni, piselli, pomodori, radicchi rossi, ravanelli, rucola, melanzane, zucchine, sedano, spinaci, valeriana. Tutti questi ortaggi ti aiutano a fare scorta dei principi nutritivi che ti servono, soprattutto se biologici e mangiati crudi o poco cotti. I migliori per drenare? Cipolle, cipollotti, sedano, zucchine, radicchi, indivie, lattughe, valerianella. Coltiva sul tuo balcone le erbe aromatiche, dal basilico al rosmarino, alla salvia, al prezzemolo… Danno sapore ai tuoi piatti, stimolano il metabolismo e ti permettono di diminuire nella tua dieta l’uso del sale e dei condimenti grassi.

Quanta verdura in un giorno: 3 porzioni da 200 g l’una. Per le insalate a foglia, bastano 30-50 g a pasto, a seconda del tipo. Inizia il pasto con una terrina di verdura cruda: sazia e apporta nutrienti che con la cottura andrebbero perduti, come la vitamina C e gli enzimi. Se desideri verdura cotta, privilegia cotture brevi, le migliori sono quelle a vapore o in padella, dove far saltare brevemente le verdure a tocchetti.

La frutta per i tuoi spuntini

L’inizio dell’estate è ancora tempo di fragole, e poi via libera ad albicocche, pesche, prugne, ciliegie, mele, pere ecc.

Quanta frutta in un giorno: 2 porzioni da 100-150 g. Da scegliere biologica e da mangiare cruda e con la buccia.

I cereali estivi

Soprattutto l’orzo in chicchi, dalle proprietà diuretiche e rinfrescanti, favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso e contrasta la cellulite. Sono indicati anche il riso in chicchi (integrale o parboiled, che conservano gran parte dei principi nutritivi) e il grano, sotto forma di pasta o pane integrale, oppure in chicchi per ottime insalate arricchite da pomodorini, valerianella, tocchetti di zucchine, carote e sedano ecc. Per la colazione, sono ideali i fiocchi di grano e mais.

Quanti cereali in un giorno: se ne consumano 3-4 porzioni al giorno (per una porzione si intende 50 g di pane integrale, 80 g di cereali in chicchi o di pasta a crudo, 50 g di prodotti da forno, 30-40 di fiocchi).

Quali carni preferire

Quelle bianche, come pollo o tacchino. Ma ancor meglio è il pesce di mare, lago o fiume, apporta acidi grassi essenziali, vitamine del gruppo B e minerali preziosi per la salute. Il pesce di mare è ricco di iodio, elemento utile per stimolare il metabolismo e aiutarti a dimagrire. Limitare invece le carni rosse e tra i salumi, preferire la bresaola.

Quanta carne o pesce in un giorno: 1 porzione. In caso di carne rossa, una porzione equivale a 100 g; per il pesce, 150-200 g; per i salumi, 50 g. Preferire le cotture al cartoccio, al vapore, in padella antiaderente o alla griglia.

E le uova?

Sono adatte anche nella dieta dell’estate, apportano proteine nobili e scorte di vitamina A. Se ne consumano 4 alla settimana, preferendo quelle cotte alla coque o in camicia. Sono indicate anche in frittata, con l’aggiunta di verdure a tocchetti e cotte senza grassi in padella antiaderente.

I formaggi e i latticini più indicati

In estate vanno consumati soprattutto i latticini e i formaggi freschi, come yogurt, ricotta, primo sale, cagliate, mozzarella.

Quanti latticini o formaggi al giorno: 2 porzioni che corrisponde a 125 g di yogurt e 100 g per gli altri latticini o formaggi indicati.

Non rinunciare al condimento

Anche in estate la tua dieta deve avere la giusta dose di grassi. Preferisci quelli vegetali e, in particolare, l’olio d’oliva extravergine, ricco di acidi grassi essenziali utili per mantenere cuore e arterie in salute.

Quanto olio in un giorno: 5 cucchiaini sono la dose consigliata per non accumulare adipe, meglio se aggiunti alla preparazione a fine cottura, per salvaguardarne i principi nutritivi. 

E non dimenticare di dissetarti!

Al primo posto, tra le bevande più dissetanti, c’è sempre l’immancabile acqua. Da bere al naturale  (gassata disseta ma gonfia…) o miscelata a centrifugati di verdure fresche o succhi di frutta senza zuccheri aggiunti, per fare scorta anche di vitamine e minerali che si perdono con la sudorazione. Nella dieta sono utili anche le tisane, il tè verde, il caffè d’orzo e le zuppe fredde. 

E quando hai voglia di dolce…

Via libera al sorbetto: 2 palline a 50 kcal, le stesse di mezza mela o di un cioccolatino!


Dieta, il corpo si abitua e reagisce

Com’è difficile dimagrire. Lo sanno bene tante persone che provano innumerevoli volte a perdere peso senza riuscirci o raggiungendo risultati effimeri. Il problema è che l’organismo reagisce alle nuove abitudini alimentari compensando in fretta la perdita di energia dovuta alle rinunce alimentari e complicando la vita a chi cerca di rimettersi in forma. Tutto ciò emerge da un articolo scientifico a firma di Martijn Katan e David Ludwig, due scienziati olandesi che hanno pubblicato la loro teoria sul Journal of American Medical Association.

Il meccanismo appare semplice: una persona rinuncia a una determinata abitudine alimentare che provoca un’assunzione di calorie non necessaria, come nel caso di un gelato ad esempio, e comincia a perdere peso. Il corpo però reagisce in breve tempo e, a causa di cambiamenti ormonali, bloccherà la perdita di peso, adattandosi alle nuove abitudini. Per perdere di nuovo peso, senza il supporto di un’adeguata attività fisica, il soggetto in questione dovrà diminuire ancora le entrate caloriche. Se c’è un lato positivo, sta nel fatto che il meccanismo funziona anche in maniera inversa: se si aggiunge un dolce quotidiano al proprio regime alimentare, inizialmente si prenderà qualche chilo, ma in seguito quello stesso dolce servirà soltanto a mantenere il grasso accumulato fino a quel punto. Gli autori della ricerca sostengono quindi che sono proprio tali meccanismi a rendere così difficile l’impresa di perdere peso e tornare in forma: “qualunque cambiamento singolo nella dieta o nell’attività fisica, anche se permanente, provocherà meccanismi di compenso che limitano l’effetto a lungo termine sul peso corporeo“. La conclusione è che il controllo sul proprio peso può essere raggiunto solo grazie a un cambiamento permanente del proprio stile di vita che si basi certamente sull’alimentazione, ma anche sull’apporto di un dispendio energetico costante e quotidiano. Per chi ormai dispera di dimagrire, però, arriva la notizia di uno studio sulle arance rosse della Sicilia come alleate nella lotta ai chili di troppo. La ricerca dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano è stata coordinata da Marco Giorgio e pubblicata su Obesity, e si è concentrata sulle arance a polpa rossa, nello specifico la varietà Moro, ricca di antocianine, sostanze dalle qualità antiossidanti e dalla funzione inibitoria dell’accumulo di trigliceridi nei tessuti. L’arancia rossa è stata messa a confronto con quella chiara e con una soluzione sintetica di antocianine, mostrandosi alla fine la più efficace nel riuscire a inibire i processi che portano all’aumento del peso corporeo e al deposito di grasso in eccesso. Secondo i ricercatori, il motivo andrebbe ricercato nella composizione chimica del frutto, ricco, oltre che di antocianine, di vitamina C, flavonoidi e acidi idrossicinnamici. Oltre ad aiutare nelle diete, le antocianine svolgono un ruolo di protezione dell’organismo, agendo in particolare come una sorta di killer di radicali liberi, fattori fondamentali nel processo di invecchiamento e coinvolti anche nell’insorgenza di malattie gravi come i tumori.

Fonte ITALIAsalute

Correre e non dimagrire


 

 

 

 

 

Dopo il danno, la beffa. Giornate intere a correre, a sudare su un tapis roulant e non ottenere risultati significativi; è ciò che accade a tante persone, che nel giro di qualche settimana, deluse dalla mancanza di effetti visibili, abbandonano l’impresa e ricominciano a vivere una vita sedentaria. Stando ai risultati di una ricerca britannica coordinata da James Timmons dell’Università di Londra e pubblicata su Journal of Applied Physiology, la responsabilità del fallimento in palestra va addossata ai cosiddetti “geni della non idoneità” che farebbero parte del corredo genetico di una persona su cinque. I ricercatori inglesi hanno chiesto ai colleghi di 14 istituti sparsi per il mondo di mettere alla prova più di 600 persone, sottoponendole a un lavoro aerobico mentre venivano seguiti e monitorati eventuali miglioramenti. È stata misurata la quantità di ossigeno utilizzata dai volontari, un indicatore chiaro della capacità cardiaca e un predittore di una vita lunga e sana. Analizzando il Dna dei partecipanti alla sperimentazione, i ricercatori hanno scoperto che dei 30 geni che influenzano l’assorbimento dell’ossigeno nel nostro organismo, 11 sono legati all’attività fisica e ai suoi effetti sul corpo. È risultato così che il 20 per cento dei volontari, malgrado lo sforzo aerobico, ha mantenuto invariata la capacità di assorbimento dell’ossigeno. Di contro, il 10 per cento ha avuto risultati estremamente positivi, distinguendosi dalla media, che ha goduto di miglioramenti più contenuti. In seguito ai risultati ottenuti, i ricercatori pensano ora di mettere a punto un test del sangue specifico per individuare quei soggetti i cui geni non sarebbero idonei a praticare fitness. In questo modo, si potrebbero aiutare le persone a personalizzare la propria dieta e l’attività fisica, evitando scelte che si rivelano inutili, oltre a comportare uno sforzo e una fatica non trascurabili.

Fonte ITALIAsalute

Non esistono diete miracolose, bisogna solo mangiar meno!

Le diete miracolose non esistono. L’unico modo per dimagrire e’ mangiare di meno“. Lo affermano gli esperti della British dietetic association (Bda). Dopo gli stravizi di Natale e Capodanno, molte persone si ritrovano con qualche chilo in piu’ e si lasciano attrarre da regimi dietetici che promettono di bruciare i grassi e far perdere peso rapidamente. La British dietetic association mette in guardia i consumatori: attenzione alle diete di moda ma senza alcun fondamento scientifico e spesso poco salutari, che promettono risultati miracolosi. L’unico modo per perdere peso e’ ridurre le calorie e svolgere attivita’ fisica. “Purtroppo non c’e’ altro modo per dimagrire e mantenere il peso raggiunto: mangiare in modo sano, muoversi e in generale cambiare le proprie abitudini”, afferma Rachel Cooke, dietologa del St Martins’ Hospital di Bath e portavoce della Bda. Proprio perche’ in questo periodo tornano alla ribalta una serie di diete piu’ o meno “alla moda”, la Bda ha pensato di pubblicare una lista di “diete da evitare nel nuovo anno”, tra cui quelle del gruppo sanguigno, del minestrone di cavolo, della banana, dello sciroppo di acero o del guerriero. Si tratta di regimi spesso basati su “pseudo scienza”, dice la Bda, che possono anche causare gravi deficit nutrizionali, se seguiti a lungo. “Tanto per cominciare, nessun cibo brucia i grassi, solo l’attivita’ fisica puo’ riuscirci”, nota la Bda. Bando anche ai severi programmi disintossicanti: la Bda assicura che il corpo umano e’ in grado di disintossicarsi da solo. “Il fegato lavora ogni giorno per liberare l’organismo dalle tossine, non e’ necessario eliminare dei cibi o vivere solo di frutta, verdura e acqua”, afferma l’associazione britannica. “Dopo gli eccessi di Natale, basta tornare a un regime sano, riducendo le calorie e mangiando piu’ frutta e verdura. Anche cosi’ si perde peso”, assicura la Bda. In particolare, l’associazione dei professionisti britannici della nutrizione attacca due diete molto famose. La prima e’ la Atkins, “che contraddice completamente tutti i messaggi sul mangiar sano che cerchiamo di dare ai nostri pazienti”; la seconda e’ la dieta a zona, anche questa non in linea con le raccomandazioni degli esperti. La versione piu’ rigida della Atkins privilegia grassi e proteine, portando a un eccessivo consumo di grassi saturi, ed elimina pane, patate, pasta, riso e cereali, ammettendo solo piccole porzioni di frutta e verdura, mentre questi alimenti dovrebbero costituire la gran parte dell’apporto calorico della giornata. Il gruppo che promuove questa dieta ha respinto tuttavia le critiche della Bda sostendo che la nuova Atkins e’ del tutto sana e implica solo una riduzione dei carboidrati e degli zuccheri semplici, incoraggiando il consumo di proteine magre, fibre, frutta e verdura. Anche i promotori della dieta a zona hanno risposto alle critiche della Bda facendo notare che il loro programma alimentare segue le nuove indicazioni per combattere diabete e obesita’. Ma la Bda e’ ferma nelle sue conclusioni: non esiste un regime miracoloso. Mangiate di meno e dimagrirete. 

Fonte AGIsalute

Nel sonno il segreto per dimagrire!!

Se pensate al letto come sinonimo di pigrizia e quindi ostacolo per il dimagrimento, sbagliate di grosso. È ormai una realtà scientifica il rapporto fra metabolismo e ciclo naturale del sonno e della veglia, più precisamente fra gli ormoni e le fasi cerebrali. Una quantità di ricerche hanno stabilito una relazione tra la quantità e la qualità del sonno da una parte, e l’indice di massa corporea dall’altra. Sulla rivista specializzata Obesity, la ricercatrice Deanna Arble, che lavora per il Centro del sonno e della biologia circadiana della Northwestern University in Illinois, ha pubblicato uno studio che mette in luce dati interessanti. Analizzando topi da laboratorio, la dott.ssa Arble ha scoperto che una dieta ricca di grassi aumenta il peso in percentuali diverse a seconda dell’ora in cui vengono somministrati gli alimenti. Se durante gli orari diurni il peso sale del 20 per cento, gli stessi alimenti proposti ai topi durante le ore notturne produce un aumento di peso pari quasi al 50 per cento. Altri studi hanno ricavato dati coerenti con lo studio della Arble, anche se relativi alla possibilità di sviluppare il diabete. Secondo una ricerca dell’Università di Chicago, le persone sane costrette a un ritmo di vita che prevede soltanto cinque ore di sonno al giorno perdono progressivamente la sensibilità al glucosio, il che le predispone appunto al diabete, oltre che all’obesità. Un’altra ricerca, stavolta canadese, ha individuato nel cattivo funzionamento della melatonina, l’ormone che regola il rapporto fra le fasi di sonno e di veglia, un aumento del 20 per cento del rischio di insorgenza della malattia. Secondo la dott.ssa Arble, quindi, le prove di una profonda influenza dei ritmi circadiani – ovvero il ciclo dei processi fisiologici di un essere vivente nell’arco di 24 ore – sul metabolismo umano sono indubitabili: “tutti i principali elementi chiamati in causa nella regolazione del peso e dell’appetito sono influenzati dall’alternanza di sonno e veglia e hanno un andamento fluttuante nell’arco della giornata: il metabolismo dell’insulina, la funzionalità della leptina (l’ormone della sazietà), la regolazione della temperatura e molto altro. E questo significa che l’obesità può essere vista anche come una patologia derivante dalla perdita di armonia in questo delicato equilibrio”. A questo punto, quali potrebbero essere le strategie per riequilibrare questo rapporto? Al momento, non esistono farmaci in grado di regolare meccanismi tanto complessi e i medici suggeriscono pertanto di mettere in atto terapie comportamentali mirate, in poche parole di riprendere le vecchie e sane abitudini di una volta. La rivoluzione del tempo quotidiano indotta dalle nuove esigenze economiche che si sono presentate negli ultimi cento anni ha costretto il nostro organismo a far fronte a situazioni inedite. La mancanza del giusto riposo e la diminuzione complessiva delle ore di sonno sono andate di pari passo con l’aumento dei fenomeni di ipertensione, diabete, obesità, problemi cardiaci. Costretti a ritmi esasperati, la qualità della nostra vita peggiora e il nostro organismo alla fine presenta il proprio conto. Se si vuole veramente dimagrire, quindi, occorrerà che ognuno di noi operi una piccola rivoluzione nei comportamenti.

Fonte ITALIAsalute.it

Perdere peso senza riacquistarlo: il cervello può imparare

CervelloC’è chi può e chi non può (ma può imparare). C’è chi può stare a dieta e dimagrire, non riacquistando mai più i chili persi, e c’è invece chi, pur dimagrendo, è inesorabilmente destinato a rimettere su i chili persi con tanta fatica. La differenza nel mantenimento della perdita di peso a lungo termine, spiegano i ricercatori del Miriam Hospital di Providence (Rhode Island, Stati Uniti), la fa la risposta cerebrale agli stimoli della fame e alle immagini degli alimenti: dallo studio pubblicato sul Journal of Clinical Nutrition emerge che, attraverso la risonanza magnetica funzionale per immagini, si possono mettere in evidenza le differenze nei modelli di risposta cerebrale e, di conseguenza, spiegare perché alcune persone sono in grado di mantenere la perdita di peso, mentre altre sono predisposte a riguadagnarlo una volta perso. L’obiettivo, spiegano i ricercatori, è trovare un modo di “insegnare” soprattutto alle persone in sovrappeso e obese a rispondere agli stimoli del cibo: il mantenimento della perdita di peso, infatti, è uno degli strumenti per contrastare l’insorgenza dell’obesità, definita dall’Oms “uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo”.

I ricercatori hanno sottoposto immagini di alimenti a tre gruppi – persone di peso normale, soggetti obesi e individui che avevano perso almeno 15 chili ed erano riusciti a mantenere la perdita di peso per almeno tre anni – e ne hanno poi analizzate le risposte cerebrali. Dalla risonanza magnetica è emerso che davanti alle immagini di cibo le persone che erano riuscite a mantenere la perdita di peso erano più idonee ad attivare le aree del cervello associate al controllo del comportamento rispetto ai partecipanti obesi e normopeso: questi risultati, spiegano i ricercatori, suggeriscono che il mantenimento della perdita di peso a lungo termine si può imparare, apprendendo il modo di rispondere “cerebralmente” in modo diverso agli stimoli procurati dal cibo. “È possibile – spiega Jeanne McCaffery, principale autrice dello studio e docente di Psichiatria e comportamento umano alla Warren Alpert Medical School della Brown University – che queste risposte del cervello possano portare a comportamenti preventivi o correttivi che promuovano il controllo del peso a lungo termine“.

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